Storia che si ripete ogni anno

Migliaia di devoti arrivano al santuario nei giorni di festa che ha inizio il 6 settembre quando, alle 5 del mattino, una gran folla di pellegrini si raduna alla stazione ferroviaria di Altavilla per avviarsi con le torce accese come "fiume di luce" verso il Santuario. Quì l'Arcivescovo della Diocesi di Palermo attende per celebrare l'Eucaristia nel Santuario dove durante i tre giorni le celebrazioni eucaristiche si susseguono ad ogni ora.

Quello dei giorni della festa è un tempo ricco di fede, di pietà popolare e folklore che coinvolge tutta la comunità e i numerosi devoti che vengono da tutta la Sicilia. Le strade sono affollate di pellegrini che trovano ristoro nei ristorantini (i tavuliddi) che spontanei nascono in quei giorni all'aperto, e si contendono lo spazio con le bancarelle di giocattoli e prodotti tipici, noccioline, torroni e la salsiccia che ne è la regina.

Grande attrazione è il "carro trionfale" che percorre, nelle tre sere della festa, le vie principali illuminate da migliaia di lampadine multicolori. La parte inferiore fa pensare ad una barca da cui si innalza una "candela" sulla cui cima è posta un'immagine della Madonna della Milicia. La festa raggiunge il culmine l'otto, Natività di Maria, che vede due eventi importanti. A mezzogiorno, dopo la solenne Celebrazione Eucaristica, la Condotta dei doni: i fedeli sciolgono il voto portando in processione cere, torce e parti del corpo riprodotte in cera, a grandezza naturale, bambinelli e oggetti in argento. Le donne indossano "u vutu", un abito rosso trattenuto alla vita da un cordone giallo oro mentre gli uomini indossano il caratteristico "abitino" della confraternita.

Al tramonto, la grande processione solenne: la "vara" (fercolo), su cui troneggia la sacra immagine della Madonna inizia il suo cammino per le vie del paese, portata in spalla dai confrati in mezzo ad una grande folla che la circonda fittamente. Durante il tragitto, tre coppie di bambini-angelo, ciascuna in posti diversi, volano sospese nel vuoto legate ad una corda e con una caratteristica cantilena recitano antiche lodi a Maria. Quasi a notte la "vara", tra gli scoppi dei mortaretti, rientra nel santuario. I fedeli si affollano all'interno e non rimane nessuno spazio vuoto. Ognuno vuole dare l'ultimo saluto a Maria, chiedere ancora la sua protezione, rivolgerle l'ultima preghiera prima che l'icona venga ricollocata nella nicchia abituale, tra gli applausi e la commozione generale.

La festa, comunemente intesa della Madonna della Milicia è,
forse, la più rinomata della Sicilia Occidentale...

"Chi non vide tanti devoti avviarsi per questa collina nella vigilia della festa non vide mai cosa più pittoresca, più commovente. A piedi, a cavallo, sopra carrette, in carrozza, su sciarrapò, per ferrovia, su barche... giungono ad ogni ora, ad ogni istante, di continuo devoti e devoti..."

Giuseppe Pitrè - Feste Patronali in Sicilia, 1890

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